Accoglienza a Città del Capo – Il mistero della natura – Un programma radiofonico – La scuola olandese – Il problema dei nativi – Avviare una fattoria – Cena all’Università – Caccia a un’eresia – La Table Mountain – I dipinti dei Boscimani – Prima conferenza – Una seduta spiritica di successo – Una strana medianità musicale – La protesta di mia moglie – Una riunione in municipio – Reincarnazione.
La nostra permanenza a Città del Capo sta per finire e se non comincio subito a mettere ordine nelle mie impressioni degli eventi non riuscirò più a districarle.
Lunedì 12 novembre, di mattina presto, siamo entrati lentamente nella magnifica baia vuota, nella quale io ricordavo di aver visto, in passato, anche cinquanta navi. Mentre ci avvicinavamo alla banchina, vedevamo alla nostra destra i sobborghi nuovi allungarsi fino a Sea Point, rosati nella luce dell’aurora. Alla base delle colline c’erano le ville che occhieggiavano in mezzo al bosco e sopra di loro torreggiava l’enorme massa scura della Table Mountain. La città si era notevolmente estesa e la sua popolazione raggiungeva i 127.000 abitanti.
Quando accostammo alla banchina non erano ancora le sei, ma, nonostante l’ora, c’erano molte persone ad attenderci, fra le quali il signore e la signora Ashton Jonson, nostri fedeli alleati e un gruppo di Spiritualisti locali, con mazzi di fiori per mia moglie e per Billy. E poi giornalisti, fotografi, un appassionato di cinema, ufficiali di dogana e rappresentanti dei Teatri Africani, che avevano organizzato le mie conferenze. Abbiamo avuto due ore molto movimentate prima di rifugiarci nella beata solitudine dell’albergo Mount Nelson, situato in un bell’edificio che occupa un posto a parte in Sud Africa e occuperebbe un posto elevato anche in Inghilterra. Il direttore, il signor Green, è pieno di attenzioni verso i clienti.
In Inghilterra non conosco alcun hotel che offra una vista come quella che abbiamo dalle finestre della stanza di soggiorno. Da una parte vediamo la baia, luminosa e funesta, un ampio semicerchio con all’imbocco l’isola dei lebbrosi e il brullo altopiano sullo sfondo. Sotto di noi si stende la città, un agglomerato di tetti rossi e di pinnacoli grigi mentre dall’altra finestra vediamo l’imponente massa della Table Mountain, uno strano blocco isolato di roccia. Mi trovo spesso di fronte al mistero irrisolto della geologia, anche se sono convinto che questa scienza sarà presto rivoluzionata dall’avvento di qualche grande genio. Nell’enorme parete rocciosa di questa montagna sono visibili strati di sabbia e di pietrisco che si alternano, come quelli che si trovano nella cava davanti a casa mia a Crowborough, come quelli di gesso e vetro della grande cava di Wokingham, e quelli di carbone e argilla delle miniere di carbone. Non dimostrano forse che c’è un lento e ritmico alzarsi e abbassarsi del vecchio pianeta, un respiro costante e secolare che porta la sua superficie ora a livello dell’acqua ora al di sopra.
Mi è stato chiesto di trasmettere un messaggio alla radio martedì notte. La stazione di Città del Capo copre un raggio di un migliaio di miglia e ho pensato che fosse una buona occasione per iniziare a spiegare la mia posizione rispetto al paranormale e per illustrare lo scopo della mia missione. Trascrivo ciò che ho detto affinché anche il lettore possa avere un’idea più chiara sulla materia:
“Nei pochi minuti a mia disposizione, è difficile darvi un’idea precisa del problema del paranormale. Lo farò in modo più completo e con esempi pratici, nelle due conferenze del 21 e 26. Tuttavia, vi sono alcune cose che posso dirvi adesso e che vi aiuteranno a capire quali sono i punti in discussione.
Forse ricorderete che l’anno scorso Sir Arthur Keith, parlando con l’autorità conferitagli dalla sua carica di Presidente della British Association, ha detto che, secondo lui e secondo la Scienza, la morte è la fine di tutto. Non c’è vita ultraterrena. Questa opinione è stata confermata dal grande chirurgo Sir W. Bland Sutton e la sua idea ha avuto un grande sostegno. Anch’io ho l’impressione che una considerevole minoranza del popolo britannico, se non addirittura la maggioranza, condivida questa opinione. Le statistiche mostrano che meno di una persona su dieci appartiene a una comunità religiosa organizzata.
Se prevarrà questo punto di vista, esso demolirà le fondamenta di tutte le religioni, così come noi le intendiamo. Se non c’è vita ultraterrena, perché l’uomo dovrebbe sforzarsi di migliorare? Se alla fine di tutti i suoi sforzi c’è l’estinzione, essi sarebbero una cosa inutile. Uomini nobili e onesti come Keith continuerebbero a compiere il proprio dovere fine a se stesso, ma sono sicuro che, se ci fosse solo questa vita e la morte fosse la fine di tutto, la massa delle persone sceglierebbe di viverla traendone il maggior godimento possibile.
Il solo modo per risolvere questa situazione consiste nel provare con metodo scientifico - incontrando perciò la scienza sul suo stesso terreno - che esiste una vita dopo la morte. E’ inutile difendere la Fede con coloro che non ce l’hanno, ma noi Spiritualisti siamo pronti a dimostrare con prove che, secondo me, sono sicure e definitive, che l’uomo sopravvive alla morte. Per chi non esamina i risultati delle verifiche, non c’è nulla che costituisca una prova. Ma quasi tutti quelli che li hanno esaminati seriamente – e fra di essi vi sono alcuni dei migliori cervelli della razza umana, uomini come Sir Oliver Lodge, Sir William Crookes e il Professor Alfred Russell Wallace – li hanno accettati. E se sono abbastanza buoni per loro, è pura follia respingerli senza nemmeno esaminarli.
Noi Spiritualisti difendiamo il cuore e l’anima della religione e sveliamo il fondamento su cui poggiano le fedi. E’ naturale che siamo avversati dai materialisti, dato che i nostri punti di vista sono diametralmente opposti ai loro, è invece strano che abbiamo contro anche il clero. Gli ecclesiastici dovrebbero capire che qui non si tratta del contrasto fra una setta e un’altra, ma fra chi ha una religione e chi non ne ha nessuna. Opponendosi a noi, essi si oppongono ai loro migliori alleati. Tuttavia molti, fra quelli più illuminati, stanno cominciando a capirlo. In Inghilterra, in questi ultimi anni, ho osservato un grande cambiamento e, recentemente, in occasione di un discorso che ho tenuto davanti a un pubblico di religiosi, ho riscontrato che eravamo in perfetto accordo.
Il nostro messaggio è rivolto a tutti e abbiamo stima di ogni credo. Conoscere con esattezza cosa accade durante e dopo il trapasso aiuta l’ebreo, il musulmano e il buddista, dato che anch’essi sono destinati a morire. Il nostro messaggio, inoltre, è di inesprimibile consolazione per chi è in lutto. La paura della morte svanisce. E più ci addentriamo in questi misteri più ci convinciamo dell’essenziale bontà e saggezza del Creatore e della promessa di profonda felicità che il futuro porta con sé, tanto superiore alla nostra condizione presente quanto il sole di mezzogiorno è soprastante rispetto al sole dell’alba.
In duemila anni, non è stato annunciato alcun messaggio più importante e più ispiratore di quello che noi trasmettiamo. Se la mia visita in questo meraviglioso paese inducesse i suoi abitanti a considerare più attentamente l’argomento ne sarei orgoglioso, perché non vi è nulla di più importante che possa impegnare l’attenzione.”
Ho l’impressione che il messaggio sia stato accolto bene e che abbia diminuito, se non eliminato, le animosità teologiche che si scatenano così facilmente.
Il tempo è simile a quello di una bella estate inglese ed è sempre soleggiato. Informo i possibili visitatori, specie quelli che devono riacquistare la salute, che da settembre a marzo questa è la terra del sole e dei fiori, più abbondanti che altrove. Si dice che sulla sola Table Mountain le specie di piante siano più numerose che in tutta l’Inghilterra. Vi sono almeno due buoni campi da golf, che ho già sperimentato. E’ un posto meraviglioso anche per la balneazione, il surf, la pesca e le gite in macchina. Chi è affaticato può scegliere queste ultime, facendo una sosta, fra l’andata e il ritorno, nel punto in cui si inverte la marcia.
I luoghi di interesse sono di qualità elevata. Oggi sono stato alla galleria Michaelis a vedere una piccola ma importante collezione di quadri di scuola olandese, opportunamente collocati in una casa coloniale olandese. Confesso di non essere mai stato attratto dai dipinti di questa scuola. Se non si può fare a meno di ammirare la perfezione tecnica dell’esecuzione, i soggetti delle tele sono troppo realistici e materiali. L’eccellente raffigurazione di un gruppo di galline fatta da Hondecoeter o da Van Bereyen o di un merluzzo morto con aragosta non mi emoziona più di quanto questi soggetti farebbero nella realtà. In un quadro io cerco spiritualità e immaginazione e, se non ci sono, il contenuto non mi interessa. Per la ritrattistica, il discorso è diverso. Vi sono splendide raffigurazioni di cittadini olandesi, talmente espressivi da sembrare vivi e le loro massicce consorti, con i colletti e i polsini di pizzo, raccontano di una razza di magnifiche lavandaie. Per chi li ammira – io non sono fra questi, ma sono sicuro di trovarmi in minoranza – vi sono alcuni begli esemplari di Van Dyck, Franz Hals, Téniers, Ruysdaels e altri. I quadri di soggetto marino sono meravigliosi.
Vi è anche una collezione di quadri moderni e un ammirevole museo, sapientemente organizzato dal suo competente curatore Lawrence Gill. Vi si possono vedere modelli che rappresentano le diverse razze di nativi, alcuni dei quali hanno i tratti di persone vere. L’Europa è un amalgama di razze con poche differenze fra loro. Qui in Sud Africa, invece, la diversità è più accentuata: c’è il piccolo e intelligente Boscimano, ora quasi estinto; c’è l’Ottentotto, più grande e con i capelli simili a chiodi di garofano piantati in una torta e infine ci sono i magnifici Bantu, Zulu o Matabele, creature fra le più imponenti che esistano. Ognuno di loro, nel suo esemplare puro, ha delle caratteristiche completamente distinte dagli altri.
Il problema dei nativi in Sud Africa occupa un posto considerevole nei pensieri degli uomini attenti alla situazione sociale. Essi hanno avuto un’educazione e hanno avuto l’insegnamento bolscevico e, adesso, nelle profondità delle comunità nere, vi sono turbolenze e disordini indistinti ma visibili. I bianchi sono meno di due milioni, i neri sono più di sette milioni, senza contare quelli di Basutoland e delle terre del Nord. Il tasso di crescita attuale è a svantaggio dei bianchi e il pericolo, anche se non immediato, è molto reale per il futuro. L’unica soluzione sembrerebbe quella di aumentare il numero di immigrati.
Al momento, l’immigrazione dei britannici è limitata a chi dispone di un capitale e accetta di dedicarsi all’agricoltura. Uomini del genere non sono numerosi, anche se in questi ultimi anni, è nata un’associazione per aiutarli ad avviare un’azienda agricola. Nel 1820 c’era già stata una società che aveva portato qui tremila coloni, considerati gli antenati degli attuali quasi settantamila. Adesso, è stato fatto venire più o meno lo stesso numero di persone, che deve procurarsi il capitale iniziale e viene poi aiutato a provare modi diversi di fare l’agricoltore prima di fare la scelta definitiva. Fino a ora, solo il tre per cento degli immigrati è andato incontro a un insuccesso, mentre in Canada e in Australia, secondo Sir Charles Crewe, che è un’autorità in materia, il fallimento di progetti simili è stato rispettivamente del 45 e 35 per cento.
Da poco è stata aperta una nuova Università con alloggi per studenti, che sono già stati assegnati. La sua creazione va incontro a una richiesta, ma interromperà il flusso verso la madrepatria dei bei giovani sudafricani che decoravano le nostre aule e i campi di rugby. Per questo, dal punto di vista britannico essa non è una benedizione.
Siamo stati invitati a cena al Club dell’Università e abbiamo passato una piacevole serata. Ho dovuto tenere un discorso che è parso divertire molto il pubblico. Esso conteneva reminiscenze dei miei anni giovanili a Edimburgo e dei miei contemporanei Barrie, Stevenson e Henley, che sopportava il periodico martirio in ospedale citando il verso: “Sotto le percosse del Fato, la mia testa sanguina ma non si piega”. Non si trattava di una fantasia poetica, ma di una descrizione dei fatti. L’uditorio ha appreso con interesse che, a quel tempo, Stevenson era il segretario di una società paranormale e che, in una delle prime lettere che mi ha scritto, si è rivolto a me con l’appellativo di ‘Compagno Bazzicafantasmi’.
Oltre a questa Università c’è quella di Stellenbosch, fondata molti anni fa, che è prevalentemente olandese e prevalentemente teologica. In questo momento, c’è un parapiglia causato da un teologo olandese, un certo Du Plessis, abbastanza coraggioso e onesto da sostenere alcune tesi scomode. Egli afferma che il Pentateuco non può essere stato tutto scritto da Mosè, dato che ne descrive la morte. Lo stesso vale per i Salmi. Dato che parlano della schiavitù babilonese, verificatasi centinaia di anni dopo la morte di Davide, egli non può esserne stato l’unico autore. Il teologo, inoltre, ha insinuato un dubbio sull’immacolata concezione, anche se può sembrare poca cosa in confronto all’affermazione dell’Evangelista che fa risalire fino a Davide, attraverso Giuseppe, l’albero genealogico di Gesù. Il Sinodo si è riunito per discutere e il risultato della controversia non è ancora chiaro. I presagi, tuttavia, indicano che l’eretico sarà sacrificato per placare l’animo dell’intransigente e arido Boero. E’ una situazione simile a quella creatasi una settantina d’anni fa con il vescovo Colenso 10). La chiesa olandese sembra essere di qualche decennio indietro rispetto a quella anglicana. Questo popolo arretrato, che nega l’evidenza, non sembra rendersi conto che è la sua follia, e non il Demonio, a riempire il mondo di miscredenti. Ma quando si costringono le persone ad accettare ciò che è incredibile, si rende confuso anche quello che è credibile e le si induce a rifiutare tutto in blocco.
E’ necessario che mi mantenga in forma per il mio lavoro, perciò ho praticato molto il golf con Denis. I due campi di Wynburg e Mowbray sono piatti e monotoni, ma molto ben tenuti e circondati da un bel paesaggio. Considerando che siamo in una terra dove l’erba non cresce facilmente, la loro superficie è liscia e regolare e le loro condizioni sono eccellenti. Nel padiglione del campo di Wynburg abbiamo visto la pelle di un grosso pitone ucciso sul terreno di gioco. C’è di che compromettere la precisione di tiro di un giocatore nervoso! Avevo intenzione di scalare la Table Mountain con i ragazzi, ma ho pensato alle conseguenze che avrebbe potuto avere, a settant’anni, portare 17 stone di bagaglio sotto a un sole cocente. Sarebbe stato poco gentile verso l’African Theatre Co. Ltd., che aveva garantito la mia presenza, non partecipare alla conferenza.
I ragazzi hanno raccontato che la scarpinata è durata nove ore e che dalla cima la vista sulle cento miglia di paesaggio era splendida. Denis ha quasi catturato un serpente... o è il serpente che ha quasi catturato lui? Le probabilità sembrano essere al cinquanta per cento. Malcolm, invece, ha preso uno scorpione e degli insetti, creature che egli ama con tutto il suo cuore.
Attualmente, stanno costruendo una funicolare, che renderà le cose più facili per gli anziani gentiluomini come me.
Ho esaminato alcune pitture dei Boscimani, staccate dalle pareti delle caverne e trasportate nel museo. Sono straordinariamente interessanti ma non necessariamente vecchie, dato che in alcune di esse sono rappresentati degli Europei. Gli animali sono raffigurati molto fedelmente, ma le figure umane sono indistinte e convenzionali. Può darsi che la rappresentazione della figura umana fosse oggetto di tabù, come avviene oggi per i Maomettani.
La cosa più interessante è che queste pitture sono molto simili a quelle eseguite dagli uomini primitivi nelle grotte di Spagna. Se esse vengono accostate, sono praticamente identiche, tranne che per le maggiori capacità artistiche degli esecutori di un tempo. C’è l’intero continente africano a separare i due luoghi, ma non vi è dubbio che sia stata la stessa razza ad eseguirle entrambe. Nei disegni e nelle sculture della Spagna è presente la stessa deformità del posteriore delle donne boscimane. Se ne deduce che, prima dell’arrivo dei grossi neri dai lati del continente, l’Africa era abitata dai piccoli uomini gialli, che a poco a poco sono stati spinti verso sud, dove oggi vive il gruppetto di creature che si muove furtivamente nel deserto del Kalahari. I Boeri li hanno abbattuti come se fossero degli animali nocivi. Temo, però, che il nostro comportamento nei confronti degli abitanti della Tasmania e di altri popoli nativi non ci permetta di atteggiarci a giudici. Purtroppo, quando i selvaggi cominciano a uccidere a colpi di lancia il bestiame degli invasori, queste cose, per quanto terribili, sono difficili da evitare.
Sembra che i Boscimani conoscessero l’uso dell’arco, che sin dai tempi più antichi della preistoria ha rappresentato l’attrezzo più ingegnoso dell’uomo primitivo. Compare nelle prime pitture rupestri qui come in Arizona e si direbbe che si sia rivelato indispensabile sia in guerra che nella caccia, dando al possessore un vantaggio enorme su chi non lo possedeva. Apparentemente, gli aborigeni australiani, inventori dell’ingegnoso boomerang, non hanno mai conosciuto l’arco. Neanche i Maori, che erano una razza molto avanzata e i navigatori più abili fra tutti i popoli primitivi, il che rende la cosa ancora più strana, hanno mai conosciuto l’arco. Le grandi razze negroidi non lo usavano e oggi ho visto una pittura rupestre in cui piccoli uomini scuri, coperti dagli arcieri, portavano via sfacciatamente il bestiame ai negri, che li inseguivano con scudi e zagaglie, ma erano tenuti lontani dalle frecce. L’arco potrebbe rivelarsi molto importante nel tracciare le origini della razza umana. Sembra esserci stato un grande spartiacque, da una parte del quale tutti conoscevano l’arco, mentre dall’altra esso era sconosciuto.
C’è uno zoo del tutto privo di valore, nel quale volevamo vedere alcuni gnu o wildebeest come li chiamano qui, liberi in un campo. Nella stagione degli amori, queste creature sono pericolose e più di una persona è rimasta uccisa mentre attraversava la loro riserva. Un’informazione che indusse immediatamente i miei due ragazzi a scavalcare la recinzione, per vedere che cosa sarebbe successo. Evidentemente non era la stagione degli amori, visto che, a parte i nugoli di polvere alzati con gli zoccoli, essi non hanno mostrato altri segni di scontento. Oltre allo zoo, sul fianco della montagna c’è un meraviglioso Giardino Botanico pieno di piante selvatiche. Città del Capo è un posto meraviglioso per i fiori selvatici. Un amico mi ha detto di averne raccolti ben 147 in un mattino di settembre. Noi eravamo interessati in modo particolare ai boschetti di Leucadendron argenteum, che cresce solo qui e non sopravvive se viene trapiantato altrove. E’ un albero di grandi dimensioni, alto 20 o 30 piedi, con foglie vellutate color argento nella parte inferiore. Perché cresca solo qui è uno dei tanti misteri della natura.
Il 21 Novembre sono tornato al lavoro alla City Hall, con un pubblico di 1750 persone. Non vi erano posti vuoti e i partecipanti mi hanno ascoltato con un’indulgenza che rasentava l’acquiescenza. Poi, quando li ho invitati a presentare delle domande scritte, mi sono ritrovato davanti una tale pila di fogli che ho esclamato: “Resteremo qui tutta la notte!” Nell’insieme, le domande vertevano su temi che mi erano familiari e non ho avuto difficoltà a rispondere.
Alcune hanno provocato risate fra il pubblico. “Se l’altro mondo è così piacevole, perché non vi suicidate tutti?” Ho dovuto spiegare che questa domanda rappresentava una seria ingiuria dalle conseguenze spaventose. “Dovrò continuare ad avere lo stesso marito?” hanno chiesto alcune donne. Ho risollevato il loro spirito spiegando che dove non c’era accordo, non ci sarebbe stata riunione. E’ sorprendente constatare come, malgrado queste informazioni di importanza vitale siano state a disposizione di tutti per ottant’anni, la gente continui a ignorarle. Mi chiedo se i redattori e i proprietari di giornali abbiano una vaga idea della responsabilità che si assumono e del significato futuro della loro scelta. Proveranno rimorso, un profondo rimorso.
Due giorni dopo, la mia esposizione all’Università di Stellenbosch, dove sono andato per tenere una conferenza, non è stata altrettanto fortunata. In questo centro della Chiesa Riformata Olandese, che è una delle sette più conservatrici, era stata fatta circolare la voce che un eretico così pericoloso non andava incoraggiato. La piccola colonia britannica si è presentata in forze, ma c’era a malapena un olandese ed è stato il sindaco ad assumere coraggiosamente la presidenza della riunione. A volte, la qualità compensa la quantità e non si sa mai quale sarà il risultato finale. Sarebbe valsa la pena solo per il meraviglioso arcobaleno che solcava il cielo a settentrione e che avevamo l’impressione di attraversare mentre ci avvicinavamo alla città. Sembrava un simbolo della dottrina della speranza che portavamo in questo centro di fanatismo gretto e settario.
L’ostilità fra Olandesi e Britannici è molto forte ed è a malapena tenuta sotto controllo dalla comune paura dei nativi. La situazione politica è che gli Olandesi esponenti della vecchia guardia, repubblicani in modo blando, si sono alleati con i laburisti, per la maggior parte Britannici, in modo che la coalizione avesse una maggioranza. Essi si definiscono nazionalisti e governano in questo momento il paese. Tuttavia l’opposizione è forte ed è guidata da Smuts, che è di gran lunga l’uomo più importante di tutto il Sua Africa. Egli chiama il suo partito Partito Sudafricano e i Britannici lo sostengono stando nell’ombra, insieme a un gran numero di Olandesi moderati e colti. L’opposizione ha solo una minoranza di quindici membri alla Camera ed ha la maggioranza al Senato, così che i nazionalisti non sono in una posizione molto forte. Non c’è dubbio che queste persone non vogliono un’immigrazione britannica nel paese e fanno il possibile per impedirla.
Oggi, 24 novembre, ho fatto un salto in Parlamento e ho esaminato la notevole raccolta conservata in biblioteca e affidata alle amorevoli cure del signor Ribbink, il bibliotecario capo. La collezione africana è indubbiamente unica al mondo. Fra i molti altri reperti è molto apprezzata la tavola su cui Re Edoardo ha firmato l’Atto dell’Unione a Windsor. Accanto ad esso vi sono la penna e l’inchiostro, che è molto ben conservato. Sicuramente, come accade per il sangue di Rizzio, di tanto in tanto esso viene sostituito.
Ieri abbiamo tenuto una seduta spiritica in soggiorno. Il medium era la signora Kimpton, di cui avevo sentito dire un gran bene. C’erano i nostri amici Ashton Jonson e alcune persone interessate, fra le quali la moglie dell’amministratore britannico della Colonia, quella del console svizzero, un celebre dottore e la sua consorte e infine la signorina Zena Dare, la famosa attrice di Londra, che in questo momento sta recitando Il Processo di Mary Dugan nel teatro locale.
I risultati sono stati eccellenti. Dopo essere entrata in trance la medium si è rivolta a turno a ognuno dei partecipanti e ha riferito loro dei messaggi, probatori e decisivi, da parte di trapassati il cui nome era stato ottenuto correttamente. A una signora che aveva molto amato un piccolo cane bianco ha detto che il cane stava saltellando attorno a lei e cercava di leccarle la mano. Anche alla signorina Dare sono stati rivelati alcuni contenuti probatori, che ha affermato provenire dall’attrice Ellen Terry. In un’ora di conversazione ininterrotta la signora Kimpton non ha fatto più di due o tre errori sui fatti, meno di quelli che commette chi si fa intermediario fra due esseri viventi. Nell’insieme è stata un’esibizione molto convincente, dignitosa ed edificante. I principianti sono parsi molto colpiti e anche, come al solito, piuttosto sbalorditi dalla nuova esperienza.
Non c’è dubbio che i fenomeni paranormali prendono spesso delle forme straordinarie. La sera, insieme agli Ashton Jonson, sono andato a esaminare i poteri di una certa signora Butters, che era conosciuta per essere controllata talvolta dallo spirito di un grande cantante d’opera italiano, chiamato Sabatini. La sua performance è stata degna di nota. La signora aveva delle capacità musicali personali, che all’inizio esprimeva in un tono alto, da soprano leggero, per poi scendere gradualmente a quello di mezzosoprano e trasformarsi alla fine in un contralto. La donna non parlava italiano, anche se in passato aveva imparato a cantare Caro mio ben. Siamo rimasti in attesa nella semioscurità per più di mezz’ora, quando, all’improvviso, la medium si è alzata, apparentemente in una trance profonda, ha assunto una posa drammatica e ha cominciato a cantare Lascia ch’io pianga con una bella voce piena e baritonale, di almeno cinque note - ci ha assicurato il marito - sotto alla tonalità più bassa che riusciva normalmente ad avere. Ha cantato per dieci minuti circa e Ashton Jonson, che è un critico musicale di chiara fama, autore di una Guida alle opere di Chopin, mi ha assicurato che non solo la sua era una voce maschile, ma anche di qualità eccezionale. Nei suoi passaggi più alti aveva quella nota di malinconia che avevo notato anche in Caruso e che mi infastidiva ma che, suppongo, sia una caratteristica della scuola italiana. Le parole, in italiano, uscivano scorrevoli dalle sue labbra. All’improvviso l’aria si è interrotta e ho sentito la cantante urlare: “Basta! Basta!” Alcuni minuti dopo, la signora è uscita dal trance lamentandosi del senso di fastidio e del dolore alla laringe, come se questa fosse stata troppo in tensione. Abbiamo pensato che sia stata questa consapevolezza a indurre il controllo italiano ad abbreviare la performance.
Cosa possiamo dire di una simile prestazione? Io non sono propenso a trovare una spiegazione paranormale ad avvenimenti che possono avere un’interpretazione normale. Però qui non ne vedo alcuna. L’onestà delle persone coinvolte è fuori discussione e tutte hanno attestato che la signora non conosceva l’italiano né quel particolare pezzo musicale. Un fatto, questo, più decisivo della voce, dato che ho conosciuto delle donne in grado di cantare come baritono e come basso, anche se la loro voce non aveva un colore così splendido e naturale. La signora Butters ha molti altri poteri medianici, a cominciare da quello della materializzazione. Il canto è solo una delle sue doti paranormali e il controllo è vero. A volte, ella è controllata dallo spirito di una ragazza africana che parla la lingua dei click e che sostiene di essere stata educata dal dr. Livingstone. Non conoscendo quella lingua, non ero in grado di verificare il controllo.
Oltre che a tenere conferenze, sono stato impegnato a visitare le bellezze naturali e artistiche, a concedere interviste, a intrattenere rapporti sociali, ad aggiornare il diario e a sostenere la solita, vivace polemica con i due importanti giornali, l’Argus e il Cape Times. Gli attacchi provengono da due direzioni
Domenica 25 novembre volevamo mostrare agli abitanti di Città del Capo riuniti in municipio una funzione spiritualistica ben condotta. Il risultato è stato sorprendente. Il servizio avrebbe dovuto iniziare alle 8.15, ma alle 6 c’erano già molte persone all’ingresso. Quando siamo arrivati, nell’atrio erano stipati 3000 uomini e donne e molte autorità non avevano trovato posto. Il signor Ashton Jonson, a cui era affidata la presidenza della riunione, ha letto in modo meraviglioso una citazione dalla lettera ai Corinzi sui doni dello spirito, oltre agli elevati passaggi sulla carità. Gli inni erano stati scelti con cura ed erano ben cantati, compreso Il mondo ha sentito un soffio vivificante, scritto da un’operaia di Manchester chiamata Lily Doten, mentre era sotto controllo. E’ uno degli inni inglesi più belli sia come parole che come musica. Il mio discorso sembrava essere stato recepito. Alla fine, ho aggiunto che ultimamente mi ero sentito molto solo e avrei desiderato che coloro che avevano avuto un’esperienza simile a quella da me descritto si alzassero in piedi. Un quarto dell’uditorio è balzato in piedi. Ho letto loro un lungo messaggio di Pheneas, una parte del quale era dedicato a quell’incontro. Infine ho letto una relazione sul Cristo, fatta da uno che Lo aveva incontrato sull’altra sponda. Il discorso è stato trasmesso anche per radio e io mi auguro che esso abbia portato un’ondata di pensieri nuovi e che abbia contribuito ad allargare la mente a molte persone che vivono isolate.
Lunedì sera ho tenuto una conferenza fotografica e la sala era di nuovo piena. Questo tipo di incontri ha un effetto curioso. Negli ultimi 50 anni la stampa è riuscita così bene a distorcere l’argomento che le persone sono impreparate a una dimostrazione diretta e incontestabile. All’inizio, l’atmosfera che si percepisce è di curiosità mista a incredulità, però man mano che si susseguono le prove e i presenti vedono le foto fatte da Crookes a uno spirito materializzato, quelle fatte da Geley a uno spirito semi materializzato, quelle degli ectoplasmi prodotti da diversi medium, le testimonianze di fabbricanti di lastre fotografiche mai avvicinati dai medium e altre dimostrazioni simili, una forma di timore reverenziale prevale su ogni altra emozione .
Oltre che a tenere conferenze, sono stato impegnato a visitare le bellezze naturali e artistiche, a concedere interviste, a intrattenere rapporti sociali, ad aggiornare il diario e a sostenere la solita, vivace polemica con i due importanti giornali, l’Argus e il Cape Times. Gli attacchi provengono da due direzioni opposte. Da una parte ci sono i materialisti, infastiditi dall’idea di una vita dopo la morte, dall’altra ci sono gli ultra religiosi rigidi e cocciuti - non trovo un altro nome per loro - che sostengono che ogni frase della Bibbia, compresi i precetti quali Non essere troppo buono o I morti non sanno tutto, sia ispirata. Si avrebbe voglia di uscire dalla controversia e lasciare i due contendenti comporre fra di loro la disputa .
Il nostro soggiorno in questa bella città è giunto al termine. Abbiamo avuto due settimane felici, fortunate e piene d’attività. Il clima è stato ideale e solo negli ultimi giorni c’è stato un forte vento che spirava da sud est. La nostra prossima tappa avrebbe dovuto essere Port Elizabeth ma, dopo che avevamo saldato i conti e fatto le prenotazioni sul treno, abbiamo scoperto che il vento e le piogge torrenziali degli ultimi giorni hanno scardinato i binari. Con essi, sono stati spazzati via anche i nostri piani. Tuttavia è in partenza un battello, l’Armadale Castle, diretto nello stesso posto. Ed è sul suo ponte che sono seduto in questo momento, al sole, con mia moglie e Billy accanto a me. Sto trascorrendo una giornata tranquilla ad osservare, in lontananza, il rilievo costiero della Eastern Province.
Domani, 29 novembre, raggiungeremo Port Elizabeth la mattina presto e la sera terrò una conferenza. Ho fatto una chiacchierata sulla reincarnazione con gli altri passeggeri, alla luce delle stelle. Non ci siamo trovati d’accordo, ma almeno è un soggetto filosofico nobile sul quale essere in disaccordo, non un punto del dogma di poca importanza. Personalmente non ho mai avuto le idee chiare su questo argomento e sono incline a pensare che per le anime più evolute l’incarnazione è una libera scelta. Una storia di cui è garante il signor Ashton Jonson riguarda un suo amico, che aveva un ricordo molto chiaro di aver fatto parte del White Club e di essere stato ucciso a Waterloo. Si ricordava anche del suo vecchio nome, che è stato puntualmente trovato sui registri del Club. Non la considererei una prova inoppugnabile, ma è un episodio molto suggestivo. A un altro passeggero, un poliziotto della Rhodesia, un veggente aveva comunicato che in una vita precedente egli aveva imbrogliato un suo compagno, che adesso, in una nuova reincarnazione, viveva nella sua stessa città e stava per vendicarsi ricambiando l’azione disonesta. Entrato in società con un amico, l’agente di polizia fu raggirato dal socio in affari. Solo in un secondo tempo egli venne a conoscenza di cose che portarono a identificare il truffatore con l’uomo descritto dal veggente. Se nell’arco di centinaia di anni un uomo è incapace di perdonare e continua a portare avanti una faida anche nella nuova incarnazione, la prospettiva è piuttosto squallida. Vuol dire che l’insegnamento delle sfere celesti non sono riuscite a fare di lui un uomo migliore.
Abbiamo parlato di questi temi fino a tarda notte, mentre le luci di Capo Aguilas scivolavano via lentamente dal vano di apertura a prua verso il giardinetto, per poi brillare in lontananza a poppa. La nostra avventura a Città del Capo è giunta felicemente al termine. Ora ci aspetta l’esperienza di Port Elizabeth. Nel frattempo, il grande cerchio scuro dell’oceano e l’infinita volta celeste trapunta di stelle ci rasserena la mente con la promessa di pace profonda che ci attende quando le nostre piccole attività cesseranno e il nostro impegno sarà giunto al termine.